Il bacino potenziale di utenza è di 10-15 milioni di rifugiati nel mondo. E le tariffe medi dei trafficanti di uomini variano «da 8 a 12 mila dollari a persona» per raggiungere l’Eldorado occidentale. Il conto del giro d’affari del Giornale per l’ondata verso l’Italia si basa sulle cifre pattuite per ogni singolo migrante, sia profugo o clandestino, dalla rete in Italia e Libia colpita ieri da 24 mandati di cattura (14 arrestati) della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Solo questa banda avrebbe generato un volume di affari di 35.600.000 dollari per far arrivare oltre 5mila migranti dalla Libia. Poi, la costola italiana della rete, si faceva pagare dai 500 ai 1500 euro a testa per organizzare la «fuga» dei migranti dai centri di accoglienza e farli raggiungere clandestinamente Roma, Milano o altri paesi europei come Norvegia, Svizzera, Francia, Inghilterra o Germania.
Le squadre mobili di Palermo ed Agrigento coordinate dal Servizio centrale operativo della polizia di stato hanno individuato i boss sull’altra sponda del Mediterraneo, Ghermay Ermias, Redae Medhane Yehdego ed il resto della rete nel nostro paese gestita dall’eritreo Ghermay Asghedom. Grazie alle intercettazioni si scopre che in Libia i boss guadagnano circa 80mila dollari a carretta del mare zeppa di migranti diretta verso le nostre coste. Gli investigatori li accusato di aver organizzato una quindicina di viaggi per un totale di 5478 migranti, che ha prodotto un guadagno di 1.200.000 dollari. Non a caso Medhane Yehdego parlando al telefono rivela che in Eritrea sta comprando una casa che vale 13 milioni di dollari. L’altro boss in Libia sostiene candidamente che potrebbe vivere da nababbo per 20 anni con i soldi incassati sulla pelle dei migranti. Non solo: il grosso del malloppo viene depositato in Svizzera, in Israele o a Dubai.
LE TARIFFE PER MIGRANTE SONO PRECISE: 5000 DOLLARI DALL’AFRICA ORIENTALE, VIA SUDAN, PER RAGGIUNGERE LA LIBIA. ALTRI 1500 PER LA TRAVERSATA DEL MEDITERRANEO CON L’ASSICURAZIONE CHE LA NAVI ITALIANE SOCCORRONO I BARCONI. ED INFINE DA 500 AI 1500 DOLLARI PER DILEGUARSI DAI CENTRI DI ACCOGLIENZA IN SICILIA E RAGGIUNGERE LA DESTINAZIONE FINALE IN ITALIA O EUROPA. SOLO PER SBARCARE DA NOI OGNI MIGRANTE PAGA 6500 DOLLARI. SE LI MOLTIPLICHIAMO PER I 170MILA ARRIVATI LO SCORSO ANNO IL GIRO D’AFFARI STIMATO È DI 1.105.000.000.
Asghedom, 40 anni, soprannominato «Amice», il capo cellula in Sicilia, è stato fermato ad Agrigento grazie all’operazione di polizia Glauco II. Nel giugno del 2013 arrivò al Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo in provincia di Catania. Il sospetto trafficante si spacciava per rifugiato e ha ottenuto il permesso di soggiorno fino al 2019.
In realtà gestiva la tratta dei migranti dalla Sicilia alle altre città italiane e mezza Europa. Secondo le intercettazioni il tariffario per ogni clandestino prevede solo 500 euro per raggiungere la Germania, 1100 o più per la Svezia, Svizzera, Inghilterra e Olanda. I viaggi per Roma costano appena 150 euro ed un terzo finisce nelle tasche del boss.
Amice ha creato una rete che va a «pescare» i migranti soprattutto in due centri di accoglienza siciliani a Mineo e Villa Sikania a Siculiana. Una volta agganciati li portano in appartamenti della zona, dove vivono come bestie, anche 117 in una sola casa. Non si muove nulla fino a quando non arrivano i soldi, che vengono pagati dalle famiglie di origine o dai parenti in Italia o in Europa. Il sistema utilizzato è l’ hawala , che permette di depositare il denaro in Somalia e ritirarlo in Sicilia. Ogni pagamento ha un codice, che serve per incassare i contanti senza troppe formalità. Le reti più utilizzate sono Western Union e Money transfer, ma alcuni migranti si sono organizzati con carte prepagate. Una volta arrivati i soldi la cellula smista i clandestini facendoli partire in pulmino, auto o treno, 40 per Roma e 11 per Milano, come ammette Amice in un’intercettazione.